Chi siamo

Lo Studio

Lo studio, fondato dal Dott. Giambarresi, opera dal 1995 nell’ambito della consulenza ed assistenza societaria e tributaria e nella revisione contabile a favore di società ed enti sia italiani che esteri.

Lo studio intrattiene inoltre rapporti di collaborazione con altri studi professionali al fine di garantire l’assistenza ai propri clienti su tutto il territorio nazionale e nei principali paesi europei.

Siamo in centro di Genova

Lo Studio Giambarresi, situato a Genova in Corso Torino 46/14, svolge attività di consulenza aziendale, fiscale, contabile e societaria, offrendo un servizio di assistenza rivolto ad imprenditori, professionisti e privati.

Ovunque tu sia

Siamo a tua disposizione per ogni esigenza di carattere fiscale ed amministrativa

Frequently Asked Questions

Per aprire una Partita IVA ci sono alcune modalità e costi da tenere in considerazione:

  1. Modalità: in genere, per aprire una Partita IVA in Italia è necessario compilare il modello di dichiarazione di inizio attività (DIA) e presentarlo all’Ufficio delle Entrate competente. Questa operazione può essere svolta in modalità telematica tramite il portale web dell’Agenzia delle Entrate o presso un CAF (Centro di Assistenza Fiscale) o un professionista abilitato.
  2. Costi: i costi per l’apertura di una Partita IVA in Italia possono variare a seconda della tipologia di attività e dell’opzione scelta tra regime forfettario o regime ordinario. Tuttavia, in generale, i costi comprendono:
  • Tasse di iscrizione: l’iscrizione alla Camera di Commercio, all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) e all’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) comporta il pagamento di alcune tasse di iscrizione.
  • Contributi previdenziali: l’apertura di una Partita IVA comporta l’obbligo di pagare i contributi previdenziali all’INPS, calcolati in base al reddito dell’attività.
  • Spese di notarizzazione: nel caso in cui sia necessario redigere un atto notarile, come ad esempio per la costituzione di una società, è previsto il pagamento delle spese di notarizzazione.
  • Tasse di registrazione del marchio: nel caso in cui si voglia registrare un marchio, è previsto il pagamento di alcune tasse di registrazione.

È importante notare che esistono delle agevolazioni fiscali per i neoimprenditori che scelgono il regime forfettario, che prevede una tassazione agevolata e un abbattimento dei costi di apertura della Partita IVA.

In generale, è consigliabile rivolgersi a un professionista abilitato per ricevere una consulenza personalizzata sulla modalità e i costi per l’apertura di una Partita IVA in Italia.

Scegliere un commercialista è una scelta importante per la propria attività, in quanto si tratta di un professionista che si occuperà della gestione dei propri aspetti fiscali e contabili. Di seguito sono riportati alcuni consigli per scegliere il commercialista più adatto alle proprie esigenze:

  1. Competenze: il commercialista deve avere una solida formazione professionale e conoscere bene la normativa fiscale e contabile in vigore. Inoltre, è importante verificare che abbia esperienza nel settore in cui opera la propria attività.
  2. Professionalità: il commercialista deve svolgere il proprio lavoro con professionalità e serietà, offrendo un servizio di qualità e garantendo la massima trasparenza e riservatezza.
  3. Disponibilità: è importante che il commercialista sia disponibile ad ascoltare le proprie esigenze e a fornire consulenza in modo chiaro e preciso.
  4. Relazione: il rapporto con il commercialista deve essere improntato sulla fiducia reciproca, sulla trasparenza e sulla collaborazione.
  5. Costi: i costi del commercialista devono essere trasparenti e adeguati alle proprie esigenze e alla complessità della propria attività.
  6. Referenze: è opportuno richiedere referenze a persone che hanno già usufruito dei servizi del commercialista, in modo da valutarne l’affidabilità e la professionalità.

In sintesi, per scegliere il proprio commercialista è importante fare attenzione alla sua formazione, alle sue competenze e alla sua disponibilità, e verificare che sia in grado di offrire un servizio di qualità e trasparente, adatto alle esigenze della propria attività.

Il commercialista è tenuto a conservare i documenti contabili dei propri clienti per un determinato periodo di tempo, in base alle normative fiscali vigenti. In Italia, la conservazione dei documenti contabili deve avvenire per almeno 10 anni a partire dalla fine dell’esercizio finanziario a cui si riferiscono.

Per garantire la corretta conservazione dei documenti, il commercialista può adottare diverse modalità, tra cui:

  1. Conservazione cartacea: i documenti contabili vengono stampati su supporto cartaceo e conservati in apposite cartelle o archivi.
  2. Conservazione digitale: i documenti vengono scannerizzati e convertiti in formato digitale, poi salvati su supporti informatici o su servizi di cloud storage. In questo modo, i documenti sono accessibili in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, evitando il rischio di smarrimento o deterioramento.

Indipendentemente dalla modalità di conservazione adottata, il commercialista deve garantire la sicurezza e la riservatezza dei documenti, evitando l’accesso non autorizzato da parte di terzi. Inoltre, deve assicurarsi di rispettare le norme sulla privacy e la protezione dei dati personali, come previsto dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

La scelta del tipo di società da aprire dipende dalle esigenze specifiche dell’imprenditore, del settore in cui si opera e delle prospettive di crescita dell’attività. Di seguito sono riportati alcuni aspetti da considerare per scegliere il tipo di società più adatto alle proprie esigenze:

  1. Responsabilità: la responsabilità dell’imprenditore nei confronti dell’attività può essere illimitata o limitata al capitale investito. Nel primo caso, è consigliabile aprire una società di persone, come la società in nome collettivo (SNC) o la società in accomandita semplice (SAS). Nel secondo caso, è possibile optare per una società di capitali, come la società per azioni (SPA) o la società a responsabilità limitata (SRL).
  2. Tassazione: la scelta del regime fiscale può essere influenzata dal tipo di società. Ad esempio, le società di capitali sono soggette all’imposta sul reddito delle società (IRES), mentre le società di persone sono soggette all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF).
  3. Gestione: la gestione dell’attività può essere centralizzata o decentrata. Nel primo caso, è consigliabile aprire una società di capitali, in cui la gestione è affidata al consiglio di amministrazione. Nel secondo caso, è possibile optare per una società di persone, in cui la gestione è affidata ai soci.
  4. Costi: i costi di costituzione e gestione della società possono variare a seconda del tipo di società. Ad esempio, la costituzione di una SRL è meno costosa rispetto a quella di una SPA.
  5. Credibilità: in alcuni casi, la scelta del tipo di società può influenzare la credibilità dell’attività. Ad esempio, le SPA sono considerate più prestigiose rispetto alle SRL.

In sintesi, la scelta del tipo di società dipende dalle esigenze specifiche dell’imprenditore e delle prospettive di crescita dell’attività. È importante valutare attentamente i vantaggi e gli svantaggi di ciascun tipo di società, anche con l’aiuto di un professionista del settore, per scegliere quello più adatto alle proprie esigenze.

La frequenza con cui è necessario portare la documentazione al commercialista dipende dal tipo di attività svolta e dalle scadenze fiscali. In linea generale, è consigliabile consegnare la documentazione al commercialista almeno una volta al mese o al trimestre, in modo da poter tenere sotto controllo la situazione contabile e fiscale dell’azienda.

Per quanto riguarda la modalità di consegna della documentazione, esistono diverse opzioni a seconda delle esigenze del cliente e del commercialista. Alcune delle opzioni più comuni sono:

  1. Consegnare i documenti di persona: questa opzione è la più tradizionale e consiste nel portare i documenti direttamente dal cliente al commercialista, che provvederà a verificarli e a elaborare la contabilità.
  2. Inviare i documenti tramite posta o corriere: se il cliente non ha la possibilità di recarsi di persona presso lo studio del commercialista, può optare per l’invio dei documenti tramite posta o corriere. In questo caso, è importante utilizzare servizi di spedizione affidabili e tracciabili per evitare smarrimenti o ritardi.
  3. Condividere i documenti in formato digitale: grazie alla digitalizzazione dei processi contabili, è possibile condividere i documenti in formato digitale tramite piattaforme online sicure e protette da password. In questo modo, il cliente e il commercialista possono accedere ai documenti in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, semplificando la gestione della contabilità.

In ogni caso, è importante scegliere la modalità di consegna dei documenti più adatta alle proprie esigenze e assicurarsi di rispettare le scadenze fiscali per evitare sanzioni e multe.

In Italia, per aderire al regime fiscale forfetario, è necessario soddisfare alcuni requisiti. In particolare, possono aderire a questo regime le persone fisiche che svolgono attività di impresa, arte o professione, e che:

  1. Non hanno superato il limite di ricavi e compensi lordi di 65.000 euro annui;
  2. Non possiedono partecipazioni in società di capitali;
  3. Non hanno effettuato acquisti di beni strumentali superiori a 15.000 euro nell’anno in corso;
  4. Non hanno dipendenti o collaboratori;
  5. Non hanno avuto redditi diversi da quelli dell’attività svolta.

Inoltre, il regime forfetario è riservato a coloro che esercitano la propria attività in modo esclusivo, ovvero che non hanno altre fonti di reddito, a eccezione di quelli da pensione o di quelli derivanti da lavoro dipendente a tempo parziale.

Va precisato che l’adesione al regime forfetario è facoltativa e che, una volta scelto, si ha l’obbligo di rimanere in tale regime per un periodo di almeno 5 anni, salvo revoca o decadenza.

Infine, è importante sottolineare che il regime forfetario prevede l’applicazione di una tassazione agevolata e semplificata, ma comporta anche alcune limitazioni e restrizioni rispetto al regime ordinario. Pertanto, è opportuno valutare attentamente i propri requisiti e le proprie esigenze prima di optare per questo regime fiscale.

In Italia, il codice ATECO (Attività Economiche della Comunità Europea) è il sistema di classificazione delle attività economiche utilizzato per identificare e distinguere le diverse attività imprenditoriali.

Ogni attività economica ha un proprio codice ATECO, che indica la natura dell’attività e il settore di appartenenza. Il codice ATECO ha un’importanza fondamentale in materia fiscale, poiché determina l’applicazione delle norme e delle regole relative all’attività svolta.

Tuttavia, il fatto di avere un determinato codice ATECO non implica necessariamente delle limitazioni alle attività che si possono svolgere. In linea di principio, è possibile svolgere qualsiasi attività imprenditoriale purché sia compatibile con la normativa in vigore e con i requisiti previsti per l’esercizio di quell’attività.

Ci sono tuttavia alcune attività che possono essere soggette a limitazioni o vincoli, in base alle normative specifiche che regolano il settore di riferimento. Ad esempio, alcune attività nel campo della sanità, della sicurezza e dell’ambiente possono richiedere l’acquisizione di specifiche autorizzazioni o certificazioni, o essere soggette a controlli e ispezioni periodiche.

Pertanto, è importante verificare attentamente le normative applicabili al proprio settore di attività, al fine di evitare sanzioni o limitazioni all’esercizio dell’attività imprenditoriale.

In Italia, la fatturazione elettronica è obbligatoria per alcune tipologie di transazioni commerciali. Di seguito elenchiamo le principali:

  1. Fatturazione tra soggetti passivi IVA: la fatturazione elettronica è obbligatoria per tutte le operazioni commerciali tra soggetti passivi IVA (imprese, professionisti, enti pubblici, ecc.).
  2. Fatturazione verso la pubblica amministrazione: la fatturazione elettronica è obbligatoria per tutte le transazioni commerciali tra soggetti passivi IVA e la pubblica amministrazione.
  3. Fatturazione delle operazioni di import/export: la fatturazione elettronica è obbligatoria per tutte le operazioni commerciali di import/export, sia nei confronti di soggetti italiani che esteri.
  4. Fatturazione nel settore edile: la fatturazione elettronica è obbligatoria per tutte le transazioni commerciali relative al settore edile, comprese le cessioni di beni e le prestazioni di servizi.
  5. Fatturazione nell’ambito del reverse charge: la fatturazione elettronica è obbligatoria per tutte le transazioni commerciali in cui si applica il meccanismo del reverse charge, cioè quando l’obbligo di pagamento dell’IVA è spostato dal fornitore al cliente.

È importante notare che la fatturazione elettronica è obbligatoria dal 2019 per tutte le operazioni commerciali tra soggetti passivi IVA e la pubblica amministrazione, mentre per le altre tipologie di transazioni il termine di adozione varia in base al fatturato e al tipo di attività svolta. In ogni caso, è consigliabile verificare la propria situazione con il supporto di un professionista abilitato.